Il sound dei Legoloop è frutto di un processo di stratificazione di generi, ritmi, echi, influenze, che si snodano di brano in brano lungo tutto The Mahogany Room Sessions. Uno stile elegante e dinamico, sorprendente per varietà e ricchezza di soluzioni che accavallandosi generano vere e proprie maree sonore. Un concentrato di influenze melodiche e ritmiche stratificate e sedimentate, conseguenze armoniche di una forte passione per la musica; tutta la musica. L'album è un viaggio unico, con un inizio e una fine, un concept senza una vera e propria trama lirica che trova la sua logica nell'organicita. Ogni brano è costruito su un unico tappeto che a tratti si addensa, si smembra, accelera e rallenta, cambia direzione senza mai strapparsi. Così i Legoloop ti invitano nel loro mondo sin dalle prime note di 'Come Stay' sensualmente e morbidamente, convincendoti a rimanere con loro fino al termine del viaggio. L'album è registrato in un sola sessione, praticamente un live (anche se in assenza di pubblico) e questo fa la differenza. La carica istintiva e fisica che accompagna la 'macchina sonora' (Riccardo Moretti) prende il sopravvento anche sui suoni sintetici generati dall'invidiabile tecnica e dal castello di marchingegni DIY che è la fortezza sonora dei Legoloop. Una fisicità che impregna di grandi dosi di calore e forza ritmica tutto l'album. In questo castello di lego c'è una sorta di principessa che gioca a viaggiare sulle note codificando la vena pop del duo. Le melodie e le parole di Francesca Krnijac chiudono cosi il cerchio. Sono sussurri, suoni, riverberi e soffi, ma sono anche parole e armonie che di nota in nota si fanno aspettare per poi irrompere puntuali. Sono stralci di melodia che sembrano estratti da canzoni ma che non si sviluppano mai secondo i canonici criteri che distinguono la struttura di un brano. E così nasce l'impasto legoloop e i conseguenti brani di Mahogany R.S., a tratti piu affini a sonorità roccheggianti (uneasy e sweet heart) ma piu frequentemente sintonizzati su una dimensione maggiormente dilatata, una sorta di DubDance ipnotica e melodica. In questo viaggio non mancano riferimenti anche ad altri stili, cosi come non mancano le parole italiane che fanno capolino quasi a sorpesa in "Il Sistema" sottolineando le qualità recitative e poetiche di Francesca. Buon viaggio. Lorenzo Immovilli |
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